C’è anche la voce del Gruppo Riccoboni all’interno di Economia 2021, lo speciale annuale che Soged dedica all’analisi della congiuntura economica della provincia di Alessandria con una ricca panoramica su dati, analisi e storie aziendali. Quest’anno l’uscita ha affrontato il tema della sfida digitale dopo la crisi e visto, ancora una volta, la Grassano di Predosa essere confermata tra le più importanti realtà aziendali presenti sul territorio.

Le dinamiche economiche del nuovo anno saranno profondamente influenzate dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e proprio dal capitolo del documento dedicato a economia circolare e transizione ecologica parte la riflessione che Angelo Riccoboni, Presidente di Grassano Spa e Ceo di Riccoboni Holding, dedica alla congiuntura. La riportiamo integralmente.

Le dinamiche economiche del nuovo anno saranno profondamente influenzate dal Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e proprio dal capitolo del documento dedicato a economia circolare e transizione ecologica parte la riflessione che Angelo Riccoboni, Presidente di Grassano Spa e Ceo di Riccoboni Holding, dedica alla congiuntura. La riportiamo integralmente.

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Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza costituisce una grande opportunità per accelerare la transizione verde in Italia. Al suo interno, la Missione 2 su “Rivoluzione Verde e Transizione ecologica” dispone della maggior quantità di risorse, con 59,47 miliardi di euro assegnati, e nel capitolo sull’economia circolare pone al centro la questione del ciclo dei rifiuti. A che cosa dovranno servire queste risorse? “Nel Pnrr, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, viene sottolineata la carenza di dotazione impiantistica e gestionale del nostro Paese – spiega Angelo Riccoboni, Presidente di Grassano Spa, società che a Predosa gestisce una piattaforma di trattamento dei rifiuti speciali – e la necessità di creare una rete integrata di impianti di raccolta e trattamento che oggi ancora non esiste per una debolezza complessiva della governance nella gestione dei rifiuti. Questo non significa – continua – che l’Italia sia poco performante nei processi di recupero di materia. Al contrario, i dati ufficiali del 2019 sulla gestione dei rifiuti speciali certificano che da noi l’80,8% viene già avviato a forme di recupero. Un recente studio che raffronta la gestione dei rifiuti da attività economiche nei principali Paesi europei manifatturieri ha concluso che in Europa siamo primi nel recupero di materia (79,3%) e insidiamo la leadership della Francia per tasso di circolarità ovvero la quota percentuale di materiale recuperato e reimmesso nell’economia sul totale di materia (rispettivamente 20% e 19,5%). Ci sono però dei settori a forte valore aggiunto in cui l’Unione Europea ci chiede di migliorare in fretta i target di riciclo e poi scontiamo un deficit di impianti di trattamento e smaltimento finale per gestire in maniera sicura ed efficace il fine vita di quella frazione di rifiuto che non può più essere avviata a recupero".

Come si potrebbe fare? “In Grassano lavoriamo già al fianco di diversi consorzi obbligatori raccogliendo e trattando rifiuti complessi come oli minerali esausti, batterie da autotrazione, oli e grassi animali e vegetali, con ottimi risultati per l’avvio al recupero di materia. Affinché l’economia circolare si affermi, è necessario imparare da questi casi di successo e strutturare nuove filiere del recupero, che siano in grado di generare materie prime seconde di alta qualità a costi contenuti, per convincere le imprese a preferirle nelle produzioni industriali dove possibile a materie prime vergini".

Quindi dobbiamo cambiare il nostro modo di intendere i rifiuti: da scarto a risorsa? “Esattamente, in Italia abbiamo ancora della strada da fare ed infatti produciamo in media una quantità maggiore di rifiuti da attività economiche ogni 1000 euro di PIL rispetto a Spagna, Francia e Germania che sono evidentemente più bravi di noi nel recupero di scarti di lavorazione. La soluzione è non avere paura delle novità, investire nella ricerca e vedere in ogni tipologia di rifiuto una possibile risorsa che dobbiamo imparare a sfruttare meglio. Noi in Grassano, infatti, abbiamo già un laboratorio chimico che si occupa di migliorare i processi di produzione del rifiuto ma stiamo avviando un programma più ambizioso di collaborazione con enti di ricerca esterni per creare sinergie tra la ricerca di base e i possibili ambiti di applicazione in chiave industriale".

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